Dati Ocse alla mano, quando si parla di risparmi, le donne italiane sono le meno competenti in Europa. Come una donna può ridurre il gap di genere.

Perché noi donne dovremmo imparare meglio a gestire i nostri soldi”. Per questo articolo, che ho deciso di dedicare alle donne e al delicato argomento della gestione dei risparmi, prendo spunto da una storia accaduta recentemente, quando una donna, amica mia da tanti anni che chiameremo col nome di fantasia di “Alessandra”, mi chiama al telefono e mi dice:” Davide ho bisogno di te e del tuo aiuto. Da tanti anni ho un rapporto con la mia banca, ma a parte le solite proposte, che io ho sempre considerato dei tentativi di affibbiarmi qualcosa punto e basta, ho capito finalmente che avevo bisogno di un progetto. Riconosco il tuo valore e ho deciso di chiamare te”.

Donne e risparmi, i dati Ocse

Con Alessandra ci siamo messi a ragionare insieme e queste riflessioni le vorrei portare in modo un po’ più approfondito anche in questo articolo. Da un’analisi fatta dall’OCSE (“Organizzazione Per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico”), nei confronti della donna sono emersi dei punti di forza e dei punti di debolezza, vediamo quali:

PUNTI DI DEBOLEZZA: Le donne italiane, in tema di risparmio sono le meno competenti in Europa; faticano a fissare obiettivi a medio e lungo termine; il 53% conosce la differenza tra un’obbligazione e un’azione; il 21% sa cos’è la previdenza complementare; il 51% sa quanto costa un conto corrente e il 25% investe i propri risparmi in prodotti finanziari.

PUNTI DI FORZA: Sono protagoniste della loro vita; riescono ad andare via di casa; a pagare l’affitto o il mutuo per l’acquisto di una casa da sole; sono più brave negli studi; sono più attente al risparmio e in molti casi mandano avanti l’economia famigliare.

La nuova condizione sociale

Al giorno d’oggi viviamo in una condizione sociale molto diversa rispetto a quella dei nostri genitori e dei nostri nonni, quando più nuclei famigliari vivevano in una stessa casa colonica o dalle grandi dimensioni e dove tutti si aiutavano l’un con l’altro in una sorta di mutuo soccorso. Oggi ci sono molte famiglie allargate, frutto di un progressivo ed esponenziale aumento delle separazioni e dei divorzi, ma ci sono anche molte donne single, con o senza figli.

Sebbene le differenze di genere tra uomo e donna siano ancora molto presenti nel nostro paese, così come in molti casi ci sono differenze salariali, dal punto di vista statistico ci sono due categorie di donne che si distinguono sotto il profilo della gestione del denaro e per la precisione sono le giovani laureate, che con il loro percorso di studio possiedono più competenze e consapevolezza, poi ci sono le donne più mature, che mettono a frutto la loro esperienza per mettere a frutto anch’esse competenza e consapevolezza.

Come una donna può ridurre il gap di genere e quali sono i comportamenti consigliati

La donna ha caratteristiche uniche e spesso ignorate nella pianificazione finanziaria; rappresentano circa la metà della popolazione mondiale; vivono mediamente più a lungo dell’uomo: 83,4 anni, contro i 78,1 degli uomini; le donne con più di 65 anni ricevono un trattamento previdenziale inferiore rispetto all’uomo e tendono a detenere il proprio patrimonio prevalentemente in liquidità, reddito fisso e immobili. Tutto questo basta per comprendere che la progettualità nella gestione del proprio risparmio diventa un aspetto fondamentale da cui non si può prescindere.

Cosa fare quindi? Basta applicare quelle che io ho chiamato le “Regole Anti-Stress” basate sulla Pianificazione Finanziaria in base al ciclo di vita, alla carriera personale e alla situazione famigliare:

1- Non aspettare di avere grandi somme prima di investire. Possono bastare poche centinaia di euro.
2 – Investire gradualmente per evitare i rischi di entrare nel momento sbagliato, scegliendo gli strumenti più adatti, uno di questi è il PAC (piano di investimento capitale).
3 – Avere un approccio di lungo periodo aiuta a gestire la propria emotività, specie in momenti complessi come quello attuale.
4 – Avere un fondo per le emergenze per coprire le spese di breve termine a 6 o 12 mesi.

La regola del 50-30-20

Di cosa si tratta?

  • Il 50% delle entrate va dedicato alle “spese essenziali”, quelle di cui abbiamo bisogno, come le tasse, il mutuo o l’affitto e le spese per i generi alimentari.
  • Il 30% va dedicato alle “spese flessibili”, quali le vacanze, i fine settimana, le cene, ecc.
  • Il 20% dedicato agli obiettivi finanziari, ovvero al risparmio vero e proprio e agli investimenti.
    Iniziate a tenere e a scrivere una lista e dove indicare le entrate e quali sono le spese in ogni categoria, in modo da identificarle in modo chiaro.

Questo vuol dire prendersi cura dei propri risparmi e del proprio patrimonio e si chiama progetto.

Per ulteriori informazioni visita il mio sito: è dal 1990 che mi prendo cura del patrimonio delle persone, delle famiglie e delle aziende e lavoro mettendo al centro di ogni progetto le Persone.